Al momento stai visualizzando Referendum: perché votare (e perché votare SI)

Si avvicina l’importante appuntamento del 12 e 13 giugno, quando i cittadini saranno chiamti ad esprimersi su temi importanti e delicati quali la privatizzazione dell’acqua e il ritorno all’Italia del nucleare. Noi della Federconsumatori, che ci battiamo per la tutela dei diritti dei cittadini da oltre 20 anni, siamo fermamente convinti della contunua affermazione del diritto fondamentale di decidere in prima persona sulle grandi scelte nazionali. Perciò invitiamo tutti a partecipare al referendum, ricordando che, per dire no alla privatizzazione e al nucleare, è necessario barrare il SI sulle schede.
Per l’acqua abbiamo sempre manifestato la nostra indignazione per la decisione di lasciare la gestione del servizio idrico a interessi e tornaconti privati. Sul nucleare, ancor prima di Fukushima, con studi e analisi approfonditi abbiamo dimostrato che il nucleare non è conveniente per il nostro Paese, né sicuro come vogliono farci credere.
Se il 12 e 13 giugno non si raggiungerà il quorum per la validità del referendum abrogativo, o se la maggioranza degli elettori voterà NO, si profileranno per l’Italia due modelli, quello della privatizzazione dell’acqua e della scelta del nucleare, che  impoverirebbero in modo rilevante le condizioni di vita.
L’acqua è un bene essenziale e basilare per il benessere delle persone.
Non si possono applicare ad un bene così indispensabile alla vita umana regole e normative che obbediscono esclusivamente a logiche economiche.
Siamo in un settore, quello della gestione idrica integrata, che presenta ad oggi molteplici problemi: impianti fatiscenti che causano perdite insopportabili con medie del 40% e con punte del 60% nel Mezzogiorno d’Italia; un sistema di depurazione non completato che causa gravissimi problemi di inquinamento, una distribuzione che tuttora vede disparità di utilizzo delle famiglie.
I problemi non riguardano solo la distribuzione, anche la qualità dell’acqua non è conforme in tutto il territorio.
Sul tema delle tariffe inoltre si registrano squilibri eccessivi tra varie zone del Paese, con costi aggiuntivi sostenuti da migliaia di famiglie.
La soluzione a questi problemi non può essere la cessione ad aziende in tutto o in parte privatizzate di un bene così essenziale, perché la natura stessa di un’azienda, che è finalizzata all’ottenimento del maggior profitto possibile, contrasta con il diritto di ogni cittadino, indipendentemente dalla zona in cui vive o dal reddito, di avere una fornitura di acqua di qualità, in maniera continuativa e a prezzi minimi.
Per quanto riguarda il quesito sull’utilizzo dell’energia nucleare, riteniamo che, al di là dei pregiudizi ideologici e delle emozioni generate dalla tragedia di Fukushima, vi sono ragioni di fondo molto importanti a sostegno del SI al referendum: innanzitutto i tempi di costruzione delle centrali sono indefiniti, ed i costi molto alti, con una esposizione di diversi miliardi per ogni singola centrale. E’ inevitabile che la ricaduta dei tempi e dei costi economici avranno un forte peso sul costo attuale del chilowattora e quindi sull’importo delle bollette.
In secondo luogo, non è assolutamente risolta, né si prospetta di facile soluzione in un paese a forte rischio sismico e idrogeologico come il nostro, la questione fondamentale della sicurezza.
Infine non si hanno ancora, a livello mondiale, soluzioni convincenti sul problema dell’impatto ambientale, dei costi della materia prima (il combustibile nucleare è sempre più raro e in pochi decenni si esaurirà), dello smantellamento e dello stoccaggio delle scorie, che restano radioattive per secoli.
Per tutte queste ragioni, la Federconsumatori Bologna invita i cittadini ad sostenere la campagna referendaria per il SI, per tutelare la risorsa idrica come bene comune, con una gestione pubblica con il controllo delle comunità locali e dei cittadini, escludendo la possibilità di fare profitti sulle risorse idriche, e per incrementare le fonti energetiche rinnovabili e sviluppare la ricerca scientifica con il fine di tutelare l’ambiente creando occupazione qualificata.
(Foto: Comitato per l’Acqua Bene Comune)

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