Al momento stai visualizzando Impugnata al TAR Emilia Romagna la delibera di ATO di aumento delle tariffe acqua

Oggi è stata ufficialmente comunicata alla stampa l’ informazione sull’impugnazione al TAR Emilia-Romagna della delibera del 22 Dicembre 2011 di ATO BOLOGNA che aumentava le tariffe idriche e approvava una nuova convenzione col gestore HERA per il quinquennio 2011-2012.
L’iniziativa è stata curata dai Comitati per l’acqua bene comune di Bologna, di Imola e dell’Emilia-Romagna e dalla Federconsumatori di Bologna e presentata congiuntamente dalla Federconsumatori Nazionale nella persona del suo Presidente Rosario Trefiletti e da 16 ricorrenti cittadini/utenti del servizio idrico della provincia di Bologna.

La definizione della memoria difensiva è stata realizzata dagli avvocati Vanna Pizzi e Vittorio Largajolli di Roma col supporto dell’Avvocato Giampiero Falzone a Bologna.

La decisione di impugnare la delibera, che come tutti ricorderanno fu molto contestata al momento della sua approvazione, e raccolse il dissenso dei Comitati Referendari per l’acqua bene comune e delle organizzazioni sindacali, è maturata da una attenta lettura della stessa.
Essa contiene la riaffermazione e l’inserimento in tariffa della “Remunerazione del capitale investito” nonostante il referendum abrogativo del 12-13 giugno 2011, e nonostante il decreto del Presidente della Repubblica del 18 luglio 2011 n° 116.
Ricordiamo inoltre che la Corte Costituzionale , nel decreto di ammissibilità del quesito referendario ha chiarito che “Invero, il quesito in questione risulta idoneo al fine perseguito, perché, come sopra si è notato, coessenziale alla nozione di “rilevanza” economica del servizio è la copertura dei costi…, non già la remunerazione del capitale” e che, “ …Infine, la normativa residua, immediatamente applicabile (sentenza n. 32  del 1993), data proprio dall’art. 154 del d.lgs. n. 152 del 2006, non presenta elementi di contraddittorietà, persistendo la nozione di tariffa come corrispettivo, determinata in modo tale da assicurare «la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio del recupero dei costi e secondo il principio “chi inquina paga”»..
La delibera di Ato Bologna poi,  introduce una nuova voce a sostituzione parziale della “remunerazione….” denominata “Oneri Finanziari”, voce inesistente nella legislazione della tariffa normalizzata e quindi illegittima, ed inapplicabile.
Oscura risulta inoltre la definizione della nuova convenzione nelle parti relative alla definizione dei costi operativi e della determinazione dei cosidetti “crediti per minori ricavi“.
Per questo motivo chiediamo al TAR ER di annullare, previa sospensione la suddetta delibera.
Un diverso sistema di finanziamento del servizio è necessario, ed il nostro orizzonte, non è quello del “metodo normalizzato” senza la “remunerazione”, ma il sistema indicato dalla proposta di legge di iniziativa popolare sottoscritta da 400.000 persone nel 2007, ma intanto va ripristinata la legalità applicando la legge e quindi l’esito referendario.
Invitiamo poi i sindaci del nostro territorio, ad aprire il confronto che non c’è stato nella definizione della delibera del 22 dicembre, sia coi comitati acqua che con le associazioni dei consumatori e con le Organizzazioni sindacali dei lavoratori al fine di operare scelte legittime, necessarie alla tutela della risorsa idrica, a garantire il diritto umano all’acqua e la coesione sociale del nostro territorio.
Per il Comitato Acqua bene comune ER Andrea Caselli

Per Federconsumatori  Bologna          Maurizio Gentilini
A questo link la rassegna stampa
(Foto di likeablerodent su Flickr.com)

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